Primo Soccorso - BLS-D

Il Basic Life Support (in italiano sostegno di base alle funzioni vitali, noto anche con l'acronimo BLS) è una tecnica di primo soccorso che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e una sequenza di azioni di supporto di base alle funzioni vitali. La definizione BLS/D si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura di defibrillazione (che è lo standard progressivo nei corsi di formazione per soccorritori). Come da direttiva del Ministero della Salute, le associazioni sportive sono tenute a disporre di defibrillatore e di personale (istruttori) laico (non professionale) formato. Recentemente la cadenza dell’aggiornamento è stata fissata a due anni. Caratteristiche Lo scopo di tale tecnica è quello di mantenere ossigenati il cervello e il muscolo cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue. Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico cerebrale; si tenga a tal proposito presente che l'ossigeno (necessario appunto al cervello) è presente nell'aria-ambiente in percentuali medie del 21%, mentre quello presente nell'aria espirata dai polmoni è circa del 16% (vale a dire che, respirando, consumiamo soltanto circa un quinto dell'ossigeno presente nell'aria); questa constatazione ci fa capire come l'intervento con la respirazione artificiale semplice (con la bocca) o con la respirazione artificiale evoluta (pallone auto-espandibile, bombola di ossigeno, soccorso avanzato) possa realmente fare la differenza, giacché praticando la classica respirazione bocca a bocca, il soccorritore insufflerà nei polmoni della vittima un'aria il cui ossigeno è già stato parzialmente utilizzato (poiché il soccorritore ha inspirato ed espirato quell'aria), e perciò sarà un'aria meno efficace.

Corso Sicurezza Kayak da mare


Presentazione del progetto

Il Kayak Sarnico il 15 luglio 2017 organizza un corso di sicurezza nella pratica del Kayak. Le nozioni riguardano il kayak da fiume , da lago , da mare. Lo scopo dell’evento è istruire i partecipanti alla sicurezza nella gestione dei rovesciamenti in acqua attraverso l’apprendimento delle principali tecniche di:

  • segnali in acqua
  • autosalvamento
  • salvamento assistito
  • lancio della corda ed esecuzione dei nodi fondamentali
  • traino

 

Il teatro delle prove è lo specchio d’acqua di fronte alla Base Nautica - La Calchera, Via Predore 6, Sarnico.

Le attività si svolgono su moduli di due ore con un max di 10 partecipanti ognuna.

Ai partecipanti è richiesto di

Presentarsi con vestiario idoneo alla prova in acqua: scarpette, long john in neoprene, maglietta termica MM/ML, giubbetto debitamente regolato per consentire le manovre in acqua, paraspruzzi.

 

Introduzione

L’impegno del Scuola di Canoa – Kayak Sarnico sulla sicurezza nasce con l’associazione stessa. Ogni corso base è stato erogato con l’adozione dei dispositivi di legge e lo statuto stesso riporta l’indicazione d’obbligo per il loro utilizzo. I corsi avanzati di acquaticità e di eskimo oltre alle esperienze su fiume e su mare hanno portato la consapevolezza di come una adeguata preparazione alla gestione del rischio possa fare la differenza. La differenza tra chi si limita “ metterti in acqua” e chi è Scuola di Canoa.

Gestire i rischi connaturati agli sporta acquatici (moto delle onde, instabilità delle imbarcazioni) ci consente di mantenere i tipici inconvenienti di un’uscita in kayak affinché rimangano semplici perdite di tempo se non occasioni per esercizi di abilità e confronto all’interno del team.

La incapacità di gestire i rischi viceversa espone ai pericoli, seppur limitati dall’adozione dei dispositivi di sicurezza, della pratica in acqua.

 

Concetti

IL GRUPPO

la formazione si svolge in GRUPPO, che poi formato e coordinato permette di superare le difficoltà riducendo ulteriormente i rischi connessi alla pratica del kayak. Formarsi e poi sperimentare in team permette di ragionare sui limiti propri individuando errori e punti di forza.

Attrezzatura e materiali

Indossare i materiali adatti e conoscere le caratteristiche delle imbarcazioni sono fondamentali per la riuscita delle manovre e la gestione del rischio.

Maglietta termica pantaloni neoprene scarpe neoprene
Paraspruzzi Giubbetto di galleggiamento Giacca d'acqua
Caschetto di Protezione Moschettone a Ghiera Corda da lancio
Coltello da salvataggio Fischietto Kit pronto soccorso

 

Applicazione

Pratica e applicazione consentono di assimilare i concetti fondamentali per superare più facilmente le difficoltà.



Salvamento

Il termine “Salvamento” fa riferimento all’insieme di tecniche che, una volta acquisite, sperimentate e applicate mettono in condizione il gruppo di kayaker di gestire la situazione di rovesciamento di uno o più componenti del gruppo. Il successo nell’applicazione delle tecniche di salvamento consente al kayaker di rientrare nel kayak e di riprendere la navigazione.

Tecnica : Tutti in acqua,

Salvataggio a T (doppio)



 

 

Autosalvamento

E’ l’insieme di tecniche che permettono, in caso di rovesciamento al kayaker una volta acquisite, sperimentate e applicate, di rientrare nel kayak e di riprendere la navigazione.

In tutti i casi considerati è previsto il rovesciamento, l’uscita bagnata dal kayak e conseguente recupero.

 

 

Corda la lancio

La corda da lancio è un dispositivo di salvataggio usato comunemente nella pratica sportiva della canoa/kayak, del rafting e nelle operazioni di soccorso in fiume. È composta da una corda di lunghezza tipicamente compresa tra 12 e 20 metri fissata ad una estremità ad un sacco, entro il quale viene arrotolata. Sacco e corda sono costituiti da materiale sintetico che ne assicura la galleggiabilità e sono realizzati in colori vivaci per essere facilmente distinguibili in acqua.

Sfruttando il peso del sacco pieno di corda, il soccorritore trattiene l'estremità libera della corda lanciando il sacco verso la persona in difficoltà. Una volta afferrata la corda o il sacco, il discesista in difficoltà può essere trainato verso riva o comunque lontano dalla zona di pericolo.

La corda da lancio, insieme all'ausilio al galleggiamento e al casco, costituisce la dotazione di sicurezza standard per la pratica degli sport fluviali.

La corda da lancio può essere utilizzata, oltre che in caso di necessità, anche come misura di prevenzione in caso di attraversamento di sezioni particolarmente difficili o pericolose. In tali casi uno o più discesisti si pongono preventivamente in posizione tale da poter soccorrere i compagni che si venissero a trovare in una condizione di difficoltà, consentendogli di affrontare il passaggio in sicurezza.

La combinazione di più corde, anche insieme a moschettoni e cordini, consente la realizzazione di paranchi o altri sistemi complessi per il recupero di pericolanti o per il disincaglio delle canoe.

Coltello da salvataggio

Il coltello in canoa risulta utile se non necessario in tutte le situazioni in cui sia necessario rimuovere un vincolo tra noi, i nostri compagni e una fune, un imbrago, una parte dell'attrezzatura. Le caratteristiche di un coltello da salvataggio è che deve essere apribile con una mano sola, mediante la sola forza del pollice ed essere privo di punta per ridurre la possibilità di tagli accidentali. Eventuali seghettature sono utili al fine di migliorare la capacità del coltello.

Nodi

Nodo barcaiolo, Mezzo barcaiolo, nodo savoia, nodo delle guide


Traino

Con il traino si intende l’insieme delle tecniche che, una volta acquisite, sperimentate e applicate mettono in condizione il gruppo di kayaker di gestire la situazione di incapacità di un componente (per malore, incidente, perdita della pagaia) a proseguire la navigazione attivamente (pagaiando).


Per informazioni, contattare Flavio.


Galleria immagini


Aggiornamento UISP - Harnessing e schemi motori

Presso la sede del Canoa Fluviale Martesana, una serata dedicata all’Harnessing e schemi motori, tenuto dal formatore UISP-Sport d’Acquaviva Prof. Nunzio Mortelliti.

Nota:
Harness: briglie, imbragatura. L'utilizzo del termine in questo ambito sottintende la creazione, attraverso vincoli anche fisici, di una situazione in cui l'allievo ha modo di sperimentare posizioni e movimenti con lo scopo di assimilare in modo rapido ed efficace, quelle azioni e gesti funzionali alla pratica di interesse.

SCOPO

Questo appuntamento è stato un’ occasione per vedere il kayak oltre la sua vocazione amatoriale e turistica. Uno spunto per guardare metodiche e tecniche didattiche provenienti da altri sport, che possono essere mutuate e trasferite al kayak e altre discipline in genere.

Dall’esperienza di 37 anni di sperimentazione nell’insegnamento quotidiano con 9000 ragazzi , 22000 ore di lezione e dall’insegnamento approfondito dell’Atletica leggera, della Pallavolo, del Rugby, del Basket, del Nuoto, della Ginnastica artistica Nunzio Mortelliti propone un approccio per acquisire la consapevolezza del gesto in tempi brevi.

Argomenti dell'incontro:

  • introduzione
  • concetto di ripetitività
  • marcatori
  • analisi e scomposizione biomeccanica del gesto
  • obbligo di non ingenerare errori
  • visualizzazione e immagine motoria
  • principio della semplificazione del percorso tecnico
  • principio della inequivocabile percezione sensoriale fisica
  • concetti di serie e ripetizioni
  • utilizzo degli ausilii didattici
  • impostazione personale della conduzione didattica
  • tempi di spiegazione e di esecuzione
  • ritmo della lezione
  • la motivazione nella estremizzazione tecnica è possibile?


Molti i concetti proposti in questa serata. Ogni volta riportati alla dimensione del kayak e delle sue peculiarità.
Un'ottima occasione per ripartire da uno dei fondamentali per il successo di ogni associazione la didattica e la capacità di coinvolgere l'allievo di ogni età in un percorso formativo di medio e lungo termine. 
Un percorso che inizia con le lezioni del corso base e prosegue negli anni in un rapporto evolve da allievo-istruttore per diventare esperienza in attività condivise.




Corso Fluviale

A 8 anni dai primi corsi base a Sarnico prende il via una nuova avventura. SI tratta del corso di canoa fluviale. Il corso è pensato per canoisti non alle prime armi ma gia in possesso della tecnica base. Con un'esperienza annuale o di almeno una trentina di uscite. Un buon equilibrio e perchè no in grado di effettuare la manovra dell'eskimo completano il profilo del candidato ideale per il corso. Il 23 Aprile quindi Anna, Dario e Paolo per primi hanno avuto l'emozione di buttarsi (è proprio il caso di dirlo) in questa avventura.



I corso è quindi pensato a persone motivate a fare un percorso di un certo impegno dove le ore di lezione non saranno meno di 15. Quindi tra prove di lancio della corda, nuoto in corrente e tecnica in acqua mossa l'impegno è costante.

Il corso fluviale prevede 5 giornate abbastanza intense per le quali è importante essere organizzati in modo da non mancare a nessuna. Ogni lezione dura circa 3 ore tra i preparativi e le prove in acqua più gli spostamenti. A seconda dei livelli del fiume ci rivolgiamo al Chiese, all'Oglio o al Brembo.


La prima lezione si svolge in acqua piatta per consentire all'istruttore di valutare il livello dei partecipanti. E' richiesta la conoscenza base e una dimestichezza a stare in canoa che normalemnte si acquisisce in un anno di attività o una trentina di uscite in canoa.

La seconda terza e quarta lezione invece sono dedicate alla sicurezza e alla tecnica in acqua mossa.


Terza lezione

Quarta Lezione


La quinta lezione, nella disponibilità dei livelli è invece dedicata alla discesa fluviale didattica. Si affronta un tratto di secondo grado di qualche chilometro con una varietà di situazioni: anse del fiume, rocce, dislivelli, morte, onde, ecc. In questi passaggi il corsista ha modo di misurare il proprio apprendimento e conoscere la realta di una discesa fluviale dove il fiume non mai uguale e può cambiare con il livello e con la conoscenza.
Con le parole di Eraclito, Panta Rei. Tutto scorre e tutto cambia. Non si entre mai nello STESSO fiume due volte.
Il fiume cambia e noi stessi cambiamo. Ogni incontro con l'acqua è unico e irripetibile.

L'apprendimento della tecnica dipende molto dalla familiarità che guadagnamo con l'acqua. E' infatti necessario fidarsi dell'acqua per poterne conoscere i segreti.
La rigidità e la diffidenza nell'esecuzione dell'esercizio preclude l'esperienza della sensazione di farsi trasportare dalla corrente: di assecondarne la forza per il piacere di cavalcare l'onda.

Gli esercizi sulla sicurezza in acqua servono anche a questo. Da un lato c'è la conoscenza della base del salvamento di se stessi e di chi è finito in acqua. Dall'altro c'è una consapevolezza nuova dell'acqua: per il canoista l'acqua non può essere nemica ma diventa un mezzo per la realizzazione di un sogno, una via per nuove esperienze e la gratificazione personale.

Benvenuti a tutti i corsisti, grazie a loro il Kayak Sarnico intraprende una nuova avventura seguendo l'esempio della FICT per una scuola canoa di Fiume, di Lago e prima o poi di Mare.





Il Rischio in Canoa

Un mondo di opportunità e qualche pericolo

Da millenni l'uomo costruisce ripari per proteggersi dai pericoli dell'ambiente, ha sfidato con successo tutti gli elementi e abita stabilmente tutti i continenti affrontando quotidianamente pericoli. 
Gli stessi pericoli li ritroviamo oggi  ma dobbiamo aggiungere quelli che l'uomo stesso ha generato (inquinamento, opere, macchinari). E' allora importante quando decidiamo di uscire per dedicarci alle attività ricreative, sportive, didattiche e  sociali conoscere i pericoli, saperli individuare, essere in grado di mettere in pratica le misure di prevenzione e di protezione per ridurre il rischio di incidente.

Pericoli 

Definizione secondo il libro (Parlare al Destino - Massimo Gelmini)
  • Tossico/animale: entrare in contatto con acqua contaminata, presenza di parassiti, vespe/api/calabroni-shock anafilattico
  • Umano: disattenzione, imperizia, abuso (alcool, droghe)
  • Ambiente: freddo, caldo, maltempo, fulmini, grandine
  • Fuoco: fonti termiche, elettriche, chimiche, radianti. Pur essendo canoisti non stiamo solo in canoa: nelle attività sociali, dalla grigliata al campeggio nautico in compagnia siamo esposti a vari pericoli.  
  • Aria: caduta nell' imbarco/sbarco, urti contro rocce o altre imbarcazioni. Carico e scarico dei mezzi.
  • Terra: Canoe, pagaie che possono muoversi e far male. Attività di carico e scarico. Soprattutto in presenza di bambini occorre fare la massima attenzione. Altro elemento importante: il trasporto delle canoe sul portapacchi.
  • Acqua: nello sport acquatico siamo immersi nell'elemento acqua. Bastano davvero pochi centimetri per una persona in difficoltà, soprattutto un bambino, per creare un serio rischio di incolumità.

Prevenzione

Sono atti di prevenzione tutti gli ausili, pratiche, misure atte ad impedire l'interazione della persona con il pericolo. Oltre alle nozioni tecniche,  la formazione serve dare un'attitudine alla pratica sicura dello sport stesso.  Come non farsi / fare male ha la stessa importanza di come raggiungere una buona prestazione. Assieeme alla formazione di base è importante avere nozioni di soccorso su cosa fare e non fare durante la pratica sportiva. 
Chi avvisare, cosa controllare prima di uscire (condizioni personali, dell'attrezzatura, conoscenza della località dove andiamo apraticare, condizioni meteo, riferimenti del soccorso.)

Pianificare l'esperienza consente di circoscrivere i problemi evitando che diventino emergenze. La preparazione del percorso, le mansioni  e responsabilità nel gruppo sono elementi in grado di prevenire comportamenti ed eventi che potrebbero innescare emergenze. 

Ecco l'elenco di quanto messo in campo da Kayak Sarnico

Formazione
  • Stretching e riscaldamento prima dell'impegno fisico
  • corso base
  • corsi autosalvamento ed eskimo 
  • corso rescue - nozioni di salvamento
  • sensibilizzazione degli associati a partecipare alle attività di aggiornamento 

Comunicazione
  • riferimenti (registro uscite, destinazione, parenti)
  • mezzi di comunicazione (cellulare, specchietto)
  • promozione dell'uso del fischietto 

Informazione
  • condizioni psico-fisiche adeguate (in regola con il certificato medico)
  • previsioni meteo, da consultare prima della partenza. Caldo, freddo, vento, pericolo temporali.
  • conoscenza del posto: manifestazioni in corso, navigazione battelli, punti di attracco sicuri
Organizzazione
  • team. Chi fa cosa. Chi prende le decisioni.
  • generi di conforto (cibo, acqua)
  • attrezzatura (pagaia di scorta, corde, coltello, kit primo soccorso, manutenzione e pulizia)
  • imbarcazione in ordine (pulizia da insetti o piccoli animali, gavoni chiusi, sacchi di galleggiamento, tappo chiuso)
  • briefing e debriefing delle esperienze


Protezione

Sono misure di protezione tutti gli asusili tali da ridurre o abbattere il danno nel momento in cui entriamo in contatto con una fonte di pericolo.

Abbigliamento
  • intimo (termico)
  • giacca d'acqua
  • muta
  • tuta stagna
  • guanti/moffole
  • scarpe (adatte a camminare su terreno accidentato e scivoloso)

Dispositivi di Protezione Individuale
  • giubbino galleggiamento
  • casco
  • pelle: crema solare, crema insetti, 
  • occhi: occhiali da sole
  • protezioni gomiti, gambe.


Queste nozioni si possono applicare concretamente e Kayak Sarnico le porta avanti in vari modi. Ecco qualche esempio.

 Diario di una gita in canoa

Mi sono preso la responsabilità di organizzare un'uscita con amici.  La guida del gruppo sarò io ma servirà la collaborazione di tutti.
Conosco il lago perchè vivo in questa zona ma controllo il meteo prima di uscire. I miei compagni, per essere iscritti all'associazione hanno presentato certificato medico ma comunque organizzo un'uscita in base alle capacità mie e dei miei compagni quindi concordo con loro la destinazione e i tempi.

Chi porta una pagaia di scorta e un kit di pronto soccorso. Importante che tutti abbiano acqua e generi di conforto.

Nel tragitto ci rendiamo visibili alle altre imbarcazioni, evitiamo di passare troppo vicini ai pontili.
Quando facciamo una sosta non abusiamo di cibo e di alcoolici.

Teniamo un' andatura compatibile con le condizioni fisiche di chi fa più fatica o con canoa meno performante.
Teniamo il conto dei componenti del gruppo. Segnaliamo eventuali difficoltà in modo da rimanere uniti.
Per chi ha un crampo e non riesce a rientrare c'è una corda e due canoe che si aiutano nel traino. E' una manovra che abbiamo imparato, perderemo poco tempo e arriveremo assieme.

Al rientro, una breve riunione per segnalare eventuali contrattempi od occasioni di discussione. La prossima volta ne terremo conto.



Diario della discesa del Chiese

Ci troviamo all'imbarco, ognuno con la sua attrezzatura. I principianti portano la loro determinazione ad apprendere e ad ascoltare le indicazioni di chi li guida. Un leader che pernde le decisioni.

Ci si prepara con un po' di allungamenti e poi via con l'attrezzatura. Ci guardiamo: chi non ha allacciato il caschetto, chi non ha chiuso il giubbetto, tappo della canoa....
Sbarco a lavatoio, ora prevista le 19.
Difficoltà secondo grado. Chi apre  si ferma sempre 30 m prima della rapida per consentire la valutazione del passaggio. Poi si riparte.

Ok siamo in 5 . Chi apre , chi chiude. Si parte.
Sempre un occhio a cosa ci sta attorno, non ci distraiamo. L'acqua scorre sempre e noi con lei. 
Lontani dai rami e dai manufatti. 
Uomo a bagno , tutti fermi ad aspettare o ad aiutare il recupero.
Chi decide di uscire e non fare la rapida lo comunica a leader. Ci aspetterà per il recupero e non ci sono problemi. 

Al rientro una breve riunione per segnalare eventuali contrattempi od occasioni di discussione se non problemi.  





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